(Teleborsa) - Il Pdl chiede a gran voce le dimissioni di Rosy Bindi dalla presidenza dell'Antimafia, con il diktat: "Bindi lasci o guerriglia".
Ieri al termine della riunione di maggioranza, Renato Brunetta ha dichiarato che il Pdl ostacolerà l'attività di governo e del Parlamento finché la Bindi non si dimette, mettendo in discussione per l'ennesima volta le larghe intese. "In Antimafia è successo uno strappo intollerabile, gli strappi hanno dei costi. Chi ha fatto lo strappo rifletta e su questo il Pdl è unito come un sol uomo", ha detto Brunetta.
Immediate le repliche. Il vice presidente del Gruppo Pd alla Camera, Andrea Martella, risponde alle dichiarazioni di Brunetta spiegando che "il lavoro del governo e del parlamento non può essere sottomesso ogni giorno ai continui e puntuali diktat del capogruppo del Pdl alla Camera. E, soprattutto, Brunetta non può giocare sulla pelle degli italiani per le battaglie interne al suo partito". "Se c'è un punto su cui fare chiarezza e liberare l'azione del governo e della maggioranza dalle continue fibrillazioni, oggi la scusa è la commissione Antimafia, è proprio questo", ha specificato Martella.
Intanto la Bindi lancia un appello: "dobbiamo unirci nella lotta alla mafia, non dividerci nei veti incrociati tra di noi".