(Teleborsa) - Nuovo allargamento dello spread petrolifero tra il prezzo del Brent e quello relativo al Light Sweet Crude, cioè tra il petrolio estratto nel mar del Nord e quello del Texas: Mentre il Benchmark del petrolio europeo no ha fatto registrare variazioni significative per questa settimana, quello americano ha perso un ulteriore 2,5% chiudendo il terzo mese in negativo; cosa che non si vedeva da quasi cinque anni.
Trovano quindi conferma le stime degli analisti di Goldman Sachs, secondo cui gli operatori hanno dato poca importanza all'accordo di Ginevra sul nucleare iraniano e puntato il dito contro gli eccessi produttivi americani, al massimo degli ultimi 25 anni, che hanno portato gli Stati Uniti a scavalcare sia l'Arabia Saudita, sia la Russia.
Di questa situazione stanno beneficiando le raffinerie USA, che acquistano il greggio a sconto e rivendono la benzina, anche sui mercati internazionali a prezzi di mercato.
Il Dipartimento dell'Energia a stelle e strisce informa che le esportazioni di prodotti finiti dagli Stati Uniti sono pari a 3 milioni di barili, cioè il triplo rispetto a otto anni fa.