(Teleborsa) - Siamo in fondo alla classifica europea per dotazioni e strutture a banda larga, cioè, in soldoni, per l’uso dell’ADSL. L’Italia precede solo la Grecia e il Portogallo per copertura, che arriva poco oltre la metà delle famiglie contro una media europea del 72%. Siamo messi male anche sulla velocità per le connessioni disponibili; per questo valore la media europea è di 14 Megabits, mentre noi siamo fermi, bene che vada ai 7,4 Megabits del Trentino, per non considerare i 6,7 Megabits della Campania.
Vista la pochezza di strutture e connettività, i player mondali della telefonia stanno affilando le armi. In testa c’è la britannica Vodafone, che mette sul piatto 3,6 miliardi di euro da investire in due anni per autostrade digitali. D’altro canto la strada era già indicata in sede di compilazione dell’agenza digitale, la quale prevede che entro il 2020 si deve obbligatoriamente coprire la totalità del territorio con 30 Megabits.
Non deve quindi sorprendere la fibrillazione di questi ultimi mesi, con punte di sviluppo impetuose evidenziate da diversi operatori che hanno definitivamente abbracciato la fibra ottica per sostenere una connettività a velocità più elevate. Telecom è arrivata a cablare 42 città, sopravanzando Vodafone che si attesta a 37. Più staccata la leader storica del cablaggio ultraveloce, Fastweb, che resta ferma a 19 città.