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Kiev e il sogno europeista. Ecco i motivi del caos

Economia
Kiev e il sogno europeista. Ecco i motivi del caos
(Teleborsa) - Teoricamente basterebbero tre semplici parole per sintetizzare i motivi delle proteste in Ucraina: voglia di Europa. In realtà, dietro la delicata situazione che sta vivendo da mesi l'ex Stato dell'Unione Sovietica ci sono equilibri e dinamiche ben più complesse, oltre che interessi politici ed economici.

Tutto è iniziato a fine novembre, quando il Presidente della Repubblica (l'Ucraina è una Repubblica semipresidenziale) Viktor Janukovyc ha deciso di sospendere l'iter di associazione di Kiev all'Unione Europea.

Proprio quello Janukovyc il cui dubbio vantaggio alle elezioni del 21 novembre del 2004 provocò l'ira dello sfidante Viktor Jušcenko che diede vita, a sua volta, alla famosa "Rivoluzione Arancione".

Quella Rivoluzione cadde a poco a poco nell'oblio tra colpi di scena politici e inattese strette di mano. Janukovyc tornò quasi subito al potere, e con lui il Partito delle Regioni, schieramento filo-russo da lui fondato nel 1997. E qui entra in gioco la Russia: Janukovyc è infatti legato a doppio filo con Vladimir Putin, che tutto vuole la perdita dell'influenza sull'Ucraina.

E così, nel momento in cui Kiev si è trovata davanti alla finalizzazione del trattato di libero scambio con l'Unione Europea il Cremlino ha fatto la voce grossa. A dire il vero nemmeno Janukovyc era tanto d'accordo su questo grande passo, dal momento che tra le condicio sine qua non per il via libera di Bruxelles, oltre che una serie di riforme economiche che rendessero meno "oscura" l'economia ucraina, c'era la scarcerazione di Julija Tymoshenko, sua arcirivale dai tempi della Rivoluzione Arancione.

Così, il Presidente ha optato per il "no" a Bruxelles, stringendo invece un accordo con la Russia in cambio di circa 15 miliardi di investimenti in arrivo da Mosca.

Oltre al danno, la beffa per i popolo che affollava piazza Maidan: dopo metà gennaio il governo ucraino ha varato una serie di leggi che limitano la libertà di associazione e manifestazione. Leggi che tuttavia non hanno che inasprito il malessere sociale, come dimostrato dai fatti di queste ultime ore.
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