(Teleborsa) - E' stato il secondo PIIGS (acronimo di Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna) ad alzare bandiera bianca a causa di debiti e recessione, ma anche il primo ad uscire dal pantano.
Tuttavia l'Irlanda potrebbe essere ben lontana dal raggiungere la forma smagliante che le aveva fatto guadagnare l'appellativo di "Tigre Celtica" e, soprattutto, la pulizia dei conti statali.
Lo dimostrano gli ultimi dati sul PIL. Nel quarto trimestre il Prodotto Interno Lordo del Paese è crollato del 2,3% rispetto ai tre mesi precedenti e dello 0,7% rispetto allo stesso periodo di un anno prima, mettendo a segno la contrazione più marcata dal 2008. Il dato giunge poi del tutto inatteso, visto che gli analisti stimavano una crescita dello 0,4%.
Meno traumatico il dato relativo all'intero 2013, che ha mostrato un calo dello 0,3%. Va tuttavia ricordato che nel 2011 e nel 2012 l'economia irlandese era risultata in espansione.
Perché questa caduta, soprattutto nel quarto trimestre? La risposta sta nel cosiddetto "pharma patent cliff", ovvero nella decadenza dei brevetti sui farmaci.
Negli ultimi mesi sono terminati i brevetti su alcuni importanti farmaci prodotti dalle multinazionali in Irlanda. Questo ha causato un calo della richiesta, dunque dell'export.
Secondo alcuni economisti non è il caso di dare troppo peso al PIL di oggi, perché ben altri segnali (ripresa dei consumi, miglioramento della qualità di vita e del mercato del lavoro ecc..) confermano l'uscita dell'Irlanda dalla palude. Tuttavia, dal momento che Bruxelles continua a tenere sotto controllo i conti pubblici, con queste performance Dublino impiegherà anni ad abbassare la voce "debito".
Come noto, l'Irlanda è
uscita a fine anno dal piano di aiuti di Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale e Unione Europea.