(Teleborsa) - Chi aveva una certa idea del Papa, di questo Papa, da oggi probabilmente cambierà idea.
Non era, quello di Bergoglio, il discorso che i parlamentari si attendevano. Invitati alla messa mattutina in Vaticano, hanno dovuto subire un'omelia che, a livello dottrinale, è stata molto forte nei contenuti. Perché mai un Papa si era espresso in maniera così secca e diretta alla classe politica italiana.
Una sberla all'inettitudine della "classe dirigenziale" che, come detto da Papa Francesco, si è letteralmente scollata dai cittadini pensando esclusivamente ai propri interessi, di partito, di potere oltreché economici.
Volti bassi e sbigottiti, quelli mostrati dai parlamentari che, oltre alla levataccia di buon'ora, hanno dovuto sorbire una bella tirata di orecchi, ma che sostanzialmente hanno perso l'occasione, aldilà di sentirsi toccati dalla parole del pontefice, di condividere il senso più largo dei contenuti del suo discorso, cioè quello del cambio di registro che si richiede ai politici e alla sfida che li attende per tenere insieme il tessuto sociale del nostro paese.
Se il buongiorno si vede dal mattino, va detto anche che gli oltre 500 intervenuti alla funzione religiosa, tra parlamentari, segretari e staff al completo, sono arrivati in Vaticano accompagnati da autisti con "istituzionali" auto blu, tutte ordinatamente parcheggiate, per beccarsi una bella reprimenda contro di loro, i politici, definiti "sepolcri imbiancati", contro la loro "corruzione" e contro le lotte intestine ai partiti che allontanano la politica dalla gente comune.
I commenti dopo la funzione sono stati di vera e propria delusione, "Ci ha fustigati, invece di darci un messaggio di speranza, ha fatto un discorso contro la casta", é stato questo il commento più ricorrente. Bossi è stato l'unico, invece, che l'ha presa con filosofia, sottolineando il concetto che, "il Papa parla alla gente", per il resto, occhiaie profonde e umore nero che schiumava due ore dopo nel Transatlantico di Montecitorio.