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A Milano taxi ancora in rivolta contro Uber

Economia
A Milano taxi ancora in rivolta contro Uber
(Teleborsa) - Prosegue la protesta selvaggia dei tassisti a Milano, contro la nuova app Uber, nata nel 2009 negli Stati Uniti ed ora approdata in Italia. L'applicazione per smartphone, infatti, permette di rintracciare e noleggiare "al volo" un'auto con conducente a scapito del regolare servizio di taxi, che opera nell'ambito della legge quadro 21 del 1992.

La protesta è dilagata nei giorni scorsi ed ha conosciuto momenti di alta tensione nel corso del weekend, non solo per i disagi connessi alla sospensione di un servizio pubblico, ma anche perché le proteste sono sfociate nell'uso della forza. Vari episodi si sono susseguiti nei giorni scorsi di violenza ai danni di autisti del servizio Uber.

La Prefettura, alla luce di questi eventi, ha battuto il pugno sul tavolo, intimando ai sindacati di porre fine alla protesta ed obbligandoli a chiedere ai propri iscritti di porre fine alle continue violazioni delle norme di legge. I sindacati hanno dunque chiesto a tassisti e noleggiatori buonsenso, chiedendo di cessare la protesta e tornare al lavoro. Chi proseguirà sarà perseguibile anche penalmente.

Il problema è che la protesta è in buona parte spontanea e non pianificata dai sindacati. A Milano vi sono oltre una ventina di sigle, ma la rivolta è stata avviata con il passaparola fra i circa 6mila tassisti che operano in città, i quali imputano a Uber di operare come un ibrido, a metà fra il taxi ed il servizio con conducente, quindi al di fuori della normativa che disciplina il settore. Così stando le cose - sottolineano gli operatori - si produrrebbe una liberalizzazione di fatto, non concertata e non pianificata.
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