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Le riforme in Cina non infiammano il mercato. Perché?

Economia
Le riforme in Cina non infiammano il mercato. Perché?
(Teleborsa) - In Cina sono state varate vaste riforme, con l'avvento del nuovo Presidente del partito popolare cinese, Xi Jinping, ma a diciotto mesi dall'avvio della stagione riformatrice, il mercato di Shanghai non ha ricevuto alcun impulso positivo e lo Shanghai Composite continua a galleggiare attorno ai 2000 punti.

Eppure, in altri grandi economie asiatiche la stagione delle riforme è stata accompagnata da un rally dei mercati. Così è accaduto in Giappone, dove la borsa di Tokyo è stata galvanizzata dall'Abenomics, il piano di riforme economiche varato dal Premier Shinzo Abe. Lo stesso è accaduto in India, dove l'avvento del nuovo Premier Narendra Modi è stato favorito da un'ondata di rinnovamento, già avviata dal Governatore della banca centrale Raghuram Rajan, che ha avuto subito ripercussioni positive sul mercato.

Allora per quale motivo la Cina non ha seguito il copione? Le risposte a questa domanda, sottolinea un articolo di Marketwatch, sono duplici: da un lato, c'è chi propende per un semplice "ritardo" del rally, dall'altro, vi sono gli "scettici".

Fra i primi c'è la banca d'affari Societe Generale, che spiega la reazione del mercato con le preoccupazioni "sopravalutate" di un rallentamento della crescita cinese e, ora che le cose sono volte al meglio, preannuncia un rally per il secondo semestre dell'anno.

Appartengono al secondo gruppo, invece, coloro che analizzano gli effetti della leadership e la sua legittimazione. Ciò significa che il Giappone come l'India non hanno solo annunciato le riforme, ma le hanno anche fatte, perché l'elezione del Premier e la sua permanenza al Governo dipendono dalla realizzazione delle promesse.

Per la Cina, invece, la questione è diversa, poiché il leader dell'unico partito al potere da oltre sessant'anni è stato legittimato dai capi di partito e, dunque, risponde alle esigenze ed agli interessi dello stesso. Le riforme, quindi, si fanno solo se non contrastano con questo obiettivo prioritario. Di qui, lo scetticismo degli osservatori.

L'annunciata riforma cinese, nel senso della liberalizzazione, di una maggiore presenza degli investitori esteri, di una flessibilizzazione dei prezzi e di una più ampia competizione fra le imprese statali può preannunciare l'avvento del capitalismo? Gli analisti restano scettici e predomina la convinzione che la stagione delle riforme sarà solo un veste esteriore.
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