(Teleborsa) - Il Premier giapponese Shinzo Abe, sempre più determinato a rilanciare l'economia nipponica, porta avanti la sua lotta personale alla crisi economica globale, mettendo in scena la
seconda tappa dell'Abenomics, il programma di rilancio dell'economia e di riforme economiche predisposto da Abe.
Va ricordato che
l'Abenomics di componeva di tre frecce: la prima consisteva in misure eccezionali di stimolo da parte della Bank of Japan, la seconda si imperniava su un aumento della spesa pubblica, la terza riguardava le riforme economiche.
Ebbene, Abe ha scoccato la terza freccia della sua strategia di rilancio, consistente soprattutto in una
"drastica" riduzione della tassazione sulle grandi imprese, che oggi è pari a circa il 35,64%. Il piano di riduzione del peso fiscale non è stato ancora illustrato nel dettaglio dal Premier, ma le agenzie giapponesi parlano di una riduzione attorno al 20-30% nell'arco di pochi anni, a partire dal 2015.
Forse la riduzione delle tasse sulle società riuscirà anche a rimettere in moto l'economia, che negli ultimi mesi "ha sentito" il
contraccolpo dell'aumento dell'IVA, raddoppiata all'8% per necessità relative al bilancio pubblico.
Il piano annunciato da Abe, in realtà, non ha entusiasmato gli analisti, i quali notano che solo il 30% delle imprese operanti in Giappone è soggetto alla tassazione delle grandi imprese (Corporate Tax). Una misura più efficace, sottolinea qualche analista, richiederebbe piuttosto una riforma fiscale più ampia, concernente anche un cambio della normativa sulle perdite pregresse e sul trattamento degli ammortamenti.
La freccia, intanto, è stata scagliata e nessuno ne conosce ancora l'esatta portata.