(Teleborsa) - Commissariamento degli appalti in caso di tangenti, ripristino del falso in bilancio, standard di trasparenza severi. Sono solo alcune delle misure contro il
malaffare negli appalti pubblici proposte da
Raffaele Cantone.
In audizione alla Commissione Ambiente della Camera sulla revisione della normativa degli appalti pubblici, il Presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, assurto agli onori della cronaca in scia agli scandali del
MOSE e dell'
Expo2015, ha illustrato la sua ricetta contro la corruzione.
In particolare spiccano il
ritorno del falso in bilancio con una norma "che abbia un senso", l'introduzione del
reato di auto riciclaggio e il
commissariamento delle imprese coinvolte in episodi di corruzione. A proposito di quest'ultimo punto Cantone ha parlato di "una sorta di commissariamento che non riguarda tutta l'attività dell'azienda ma quel singolo appalto. Si crea un amministratore ad hoc per questo specifico appalto con la possibilità che l'opera vada avanti e che gli utili d'impresa non vadano all'imprenditore ma siano a garanzia risarcitoria per lo Stato in caso di acclarati fatti corruttivi".
Il super commissario ha poi proposto l'inserimento nei contratti di appalto di
patti di integrità con meccanismi sanzionatori. "Se fosse stabilito nel contratto che chi paga tangenti perde l'appalto, problemi non ci sarebbero", ha spiegato.
Un'altra idea riguarda la possibilità di
estrarre a sorte i componenti delle commissione addette all'assegnazione degli appalti.
Plauso alla proposta del Governo di istituire il
divieto di transazioni dello Stato con società controllate da paradisi fiscali.
Due giorni fa l'Esecutivo ha nominato il
pool dell'Autorità Nazionale Anticorruzione.