(Teleborsa) - La crisi economica ha messo in ginocchio le famiglie italiane, alle prese con una disoccupazione record e con un progressivo ridimensionamento del budget familiare. Ciò ha causato una vera e propria
impennata degli sfratti, dovuti perlopiù a
morosità ed a condizioni economiche disagiate.
Nel 2013 per ogni giorno lavorativo si sono registrate
333 sentenze di sfratto, 558 esecuzioni forzate degli ufficiali giudiziari, 143 sgomberi con la forza pubblica. A diramare il bollettino di guerra è stato il Ministero degli Interni. E' dal 2008 che le sentenze crescono in maniera continua, superando anno dopo anno il picco precedente.
Negli ultimi 3 anni, le sentenze di sfratto sono state oltre
205 mila, in forte aumento rispetto ai tre anni precedenti (157 mila). Paragonando il dato con dieci anni prima (anno 2003)si evidenzia addirittura un raddoppio degli sfratti.
E' cambiata di molto anche la geografia degli sfratti nel Paese. Secondo l'Unione Inquilini "non è più un fenomeno circoscritto fondamentalmente alle grandi aree urbane o che interessa prevalentemente fasce emarginate. La questione sfratti in Italia è ormai un fatto nazionale, che riguarda allo stesso piccoli, medi e grandi centri e che segue, in particolare, l'andamento la crisi occupazionale". In ogni caso, Roma ha fatto registrare una impennata di quasi il 5% degli sfratti nel 2013 a oltre 7 mila e trecento, mentre le richieste di esecuzione forzata sono volate del 46%.
E il fondo sociale per la morosità incolpevole? Ancora oggi non è operativo, nonostante la legge per la sua istituzione sia stata approvata da oltre 8 mesi e a dispetto del
Piano Casa messo a punto dal Governo Renzi.