(Teleborsa) - Qualche quotidiano americano già parla di default imminente con tanto di "Ay, Caramba. Argentina sul punto di capitolare" sul titolo. Ma davvero la terza economia latinoamericana sta per rivivere i tragici eventi di inizio secolo?
La
sentenza della Corte Suprema USA è stata categorica: se Buenos Aires non rimborserà interamente i cosiddetti Tango bond in mano a quei fondi statunitensi che rifiutarono la ristrutturazione del debito, saranno inibiti anche i pagamenti ufficiali, ossia quelli che l'Argentina onora periodicamente ai tanti detentori che accettarono gli swap.
Il problema è che i suddetti fondi, denominato "holdout", reclamano circa 1,3 miliardi di dollari. Inoltre altri holdout potrebbero recriminare la loro parte, cosa che farebbe lievitare la somma a circa 15 miliardi.
Secondo quanto riferito da
Reuters, il Ministro dell'Economia argentino avrebbe affermato che onorare quei pagamenti è "impossibile".
Per questo all'Argentina resta
una sola opzione: negoziare con i creditori "ribelli". Che è quello che, secondo la stampa locale, intende fare. Per questo la prossima settimana atterreranno a New York alcuni alti funzionari del Paese, anche se la Presidente
Cristina Fernández de Kirchner ha affermato che "bisogna distinguere tra una negoziazione e un'estorsione".
Si spera ora che Buenos Aires possa uscire vittoriosa da questa difficile situazione. I pronostici, al contrario di quelli sulla sua Nazionale di calcio ai
Mondiali Fifa 2014, non sono ottimistici.