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La Spagna c'è. Ed è sempre più ottimista

Economia, Macroeconomia
La Spagna c'è. Ed è sempre più ottimista
(Teleborsa) - Fino a qualche tempo fa, quando lo sgretolamento di Bankia aveva confermato la fragilità del sistema bancario interno (ora l'Istituto è diventato un barometro della ripresa del Paese), ben pochi avrebbero scommesso su una rapida ripresa della Spagna.

Invece la Penisola iberica è stata capace di questo ed altro. Prima ha iniziato a risanare il fragile comparto bancario con una serie interminabile di salvataggi (merito anche del denaro di Unione Europea, Fondo Monetario Internazionale e Banca Centrale Europea) e un complesso Risiko che ha sancito la sparizione di molte "cajas", le piccole casse sparse nel territorio. Poi ha attuato una politica di austerity senza precedenti. Infine, ha puntato sul alcuni settori chiave quale il turismo (le sue isole sono le più gettonate in Europa).

I risultati non hanno tardato ad arrivare. L'ultima conferma di questo vento di ripresa è arrivata stamane con i numeri sul PIL. Nel secondo trimestre, ha fatto sapere l'Istituto Nazionale della Spagna (INE), si è verificato un aumento su base trimestrale dello 0,6% rispetto al +0,4% del trimestre precedente, mentre su base annua si è verificato un incremento dell'1,2%, in aumento dal +0,5% del primo trimestre. Da rilevare che entrambi i dati battono le attese degli analisti che erano per un miglioramento dello 0,5% su trimestre e dell'1,1% su base annua.

Giusto ieri, imitando quanto fatto qualche giorno fa dalla Banca Centrale iberica, il Governo ha alzato la view sull'economia domestica. Quest'anno il PIL dovrebbe crescere dell'1,5% rispetto all'1,2% precedentemente stimato, mentre nel 2015 è prevista un'accelerazione al 2% (+1,8% la proiezione precedente).

A questo punto alla Moncloa non resta che mettere mano ad una delle questioni più spinose: il mercato del lavoro, gravato dal secondo tasso di disoccupazione più alto dopo la Grecia.
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