(Teleborsa) - C'è un dato, nello spinoso universo delle
pensioni (
divario tra Nord e Sud,
troppi importi sotto i mille euro,
peso eccessivo del fisco ecc...), destinato a far parlare di sé: l'enorme
divario di trattamento tra uomini e donne.
Secondo l'ultimo Rapporto ISTAT "Trattamenti pensionistici e beneficiari", nel 2012 l'
importo medio annuo delle prestazioni di titolarità femminile è pari a 8.965 euro, il 60,9% di quello delle
pensioni di titolarità maschile, si attesta a 14.728 euro. Tradotto in parole povere, significa che le donne, mediamente, percepiscono pensioni inferiori di oltre 5.700 euro rispetto agli uomini. Pur rappresentando il 52,9% dei pensionati (8,8 milioni su 16,6 milioni), inoltre, intascano solo il 44% dei 271 miliardi di euro erogati.
Tra il 2002 e il 2008, osserva l'Ufficio di Statistica, la
forbice reddituale tra pensionati e pensionate è aumentata di 2,1 punti percentuali. A partire dal 2008 si è osservata una progressiva riduzione che tuttavia ha mantenuto i livelli di disuguaglianza superiori a quelli del 2004.
Altro dato clou:
oltre la metà delle donne percepisce meno di mille euro, contro un terzo (32,2%) degli uomini. Da rilevare, poi, che le disuguaglianze di genere sono più marcate nelle regioni del Nord.
A livello generale, l'ISTAT rileva che nel 2012 i
nuovi pensionati, ossia coloro che hanno percepito una o più prestazioni per la prima volta nell'anno in questione, sono poco più di 626 mila mentre i
pensionati cessati, ossia coloro che percepivano una o più pensioni nel 2011, ma non più nel 2012, sono 701 mila.