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Anche in Libia divampa l’incendio della guerra civile

Politica
Anche in Libia divampa l’incendio della guerra civile
(Teleborsa) - I jihadisti libici che fanno capo alla fazione di Ansar al Sharia annunciano che Bengasi è sotto il suo assoluto controllo. "Bengasi è sotto il nostro pieno controllo e abbiamo proclamato l’emirato islamico".
Lo ha riportato Al Arabiya, la tv degli emirati citando un portavoce del gruppo legato ad Al Qaeda.

Il nostro Ministro degli Esteri, Federica Mogherini ha riferito in Senato dicendo che la notizia è tutta verificare, ma rende evidedente come la situazione sia ormai ad una passo dalla deflagrazione.

A rendere nebuloso lo scenario che deve assolutamente essere verificato sul campo, sono le dichiarazioni del generale dissidente, Khalifa Haftar, che dallo scorso aprile sta tentando di sterilizzare il contesto dalle milizie islamiste, che vorrebbero invece emulare le stesse dinamiche che hanno messo in ginocchio l’Iraq.

"È una menzogna", replica Haftar. "Ci siamo solo ritirati temporaneamente da alcune posizioni", mentre i media arabi asseriscono che lo stesso Haftar si sia rifugiato in Egitto con la famiglia.

Gli esperti di geopolitica affermano che la Libia sarebbe sull’orlo di una nuova e più sanguinosa guerra civile, come confermano anche fonti della Farnesina. Una guerra civile che oltre alla Cirenaica potrebbe infiammare anche Tripoli, dove i ribelli filo-islamisti di Misurata stanno combattendo con le frange di Zintan per il controllo dell’aeroporto internazionale.

Secondo fonti italiane, il bilancio degli scontri per la conquista dell’aeroporto, sarebbe di oltre 200 morti e 400 feriti.

Alla frontiera tunisina di Ras Jedir, come nel 2011, migliaia di persone, tra cui anche cittadini egiziani, sono in coda per passarla. Traffico intenso anche nei porti, con traghetti e navi militari che stanno riportando in patria i greci residenti in Libia.

Nella sua audizione in Senato la Mogherini ha riferito che "l’ambasciata italiana è tra le pochissime rimaste aperte, insieme a quelle di Regno Unito, Malta, Romania e Ungheria. Quella della Spagna è senza personale diplomatico ma ancora aperta", ringraziando l’ambasciatore Giuseppe Buccino che "in queste ore sta avendo incontri riservati con tutti gli attori locali nel tentativo di evitare ulteriori violenze".
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