(Teleborsa) - Il numero uno di
Fiat, Sergio Marchionne, in occasione del Forum Ambrosetti di Cernobbio, non risparmia proprio nessuno, governo, sindacati e il Presidente di Ferrari Luca Cordero di Montezemolo.
A proposito della Rossa, Marchionne si è mostrato piuttosto polemico, sottolineando che
sono sei anni che la Ferrari non vince. Il Gran Premio di Monza, in effetti, si è chiuso con una nuova debacle di Ferrari, con Alonso che si è ritirato dalla gara, lasciando a Raikkonen solo il nono posto.
Nei riguardi di
Montezemolo, che solo poche ora prima aveva confermato di voler rimanere a capo della compagnia per un altro triennio, l'Ad di Fiat non ha usato mezze parole, affermando che
la sua uscita "non è in agenda", ma aggiungendo che
"nessuno è indispensabile". Un'affermazione che è stata letta come un vero e proprio strappo, giacché il 90% di Ferrari è in mano a Fiat ed il restante 10% a Piero Ferrari.
Marchionne ha poi precisato che in Ferrari vi sono due elementi cruciali: uno è rappresentato dai
risultati economici (vendite, fatturato, utili), l'altro sono i risultati di gara e quelli - ha rimarcato - sono deludenti da troppi anni.
Il numero uno del Lingotto non ha risparmiato una
frecciata al Governo, sollecitando: "scelga tre cose e poi le faccia". I tre problemi citati da Marchionne sono il mercato del lavoro, la mancanza di certezza del diritto e la burocrazia. "Noi italiani da sempre siamo il paese dei gattopardi: vogliamo che tutto cambi perché tutto rimanga com’è", ha affermato.
In merito alla
burocrazia, Marchionne ha ricordato che uccide le imprese italiane e che per compilare una dichiarazione dei redditi servono 250 ore rispetto a 50 ore degli altri paesi. Quanto al
mercato del lavoro, l'Ad di
Fiat ha parlato di
"mercato anomalo" ed ha attaccato la lobby dei sindacati, affermando: "Non è più accettabile la tirannia della minoranza nel mondo dei sindacati". Poi, ha aggiunto: "Non vogliamo lavoratori usa e getta, ma persone coinvolte, che si sentano parte di un progetto per il futuro".