(Teleborsa) - In Italia sono oltre 6 mila i comuni in cui sono presenti
aree a rischio idrogeologico (l’82% del totale) con più di 5 milioni di cittadini che ogni giorno vivono o lavorano in aree considerate pericolose per frane ed alluvioni, soprattutto dopo una
estate sconvolgente per la piovosità che ha "inzuppato" i terreni e che conferma il
moltiplicarsi di eventi estremi e catastrofici provocati dai cambiamenti climatici.
A lanciare l'allarme è la Coldiretti che ricorda le vittime dell’
alluvione nel Gargano in Puglia dove il 78% dei comuni ha parte del territorio a rischio frane e alluvioni.
I
danni di 3,4 miliardi negli ultimi 7 mesi provocati dai nubifragi con vittime e sfollati stimati dalla task force del Governo mettono in evidenza la fragilità del territorio nazionale dove a causa delle frane e delle alluvioni
sono morte oltre 4 mila persone dal 1960 ad oggi mentre gli sfollati e i senzatetto per le sole inondazioni superano rispettivamente i 200 mila e i 45 mila secondo i
dati elaborati dal Cnr-Irpi.
I cambiamenti climatici, denuncia la Coldiretti, con le precipitazioni sempre più intense e frequenti con trombe d’aria, grandinate e vere e proprie bombe d’acqua, si abbattono su un
terreno reso più vulnerabile dalla cementificazione e dell’abbandono delle aree marginali, ma anche della mancanza di programmazione adeguata che valorizzi il ruolo di chi vive e lavora sul territorio come gli agricoltori.
Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento che non riesce ad assorbire la violenta caduta dell’acqua. Ed
è proprio l’agricoltura a pagare un conto salato del maltempo che ha fatto cadere quest’estate nel Gargano fino al 150% di pioggia in più rispetto alla media.