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Isis, per ora nessuna minaccia al mercato petrolifero

Politica
Isis, per ora nessuna minaccia al mercato petrolifero
(Teleborsa) - Mentre continua l’offensiva della coalizione coordinata dagli Stati Uniti, sulle postazioni dell'Isis in Iraq e in Siria, la minaccia all’integrità delle strutture petrolifere in quelle aree è improbabile che possa avere delle ripercussioni sulle quotazioni del greggio, sui mercati di New York e Londra.

I prezzi del petrolio, sia di tipo Brent che Light Crude, sono vicine ai minimi degli ultimi due anni. Il Brent regolato su novembre è salito di 10 centesimi, ieri, a 96,95 dollari al barile sull'ICE Futures londinese e scambia da oltre due settimane sotto i 100 dollari al barile.

"La maggior parte della produzione nelle regioni controllate da Stato islamico è data come già "persa" dal mercato, per cui gli attuali prezzi includono questo rischio", ha dichiarato Richard Mallinson, analista Aspects Energy a Londra. "La produzione siriana è stata ridotta notevolmente all'inizio della guerra civile, mentre la produzione nel nord dell’Iraq, è chiusa o interrotta ormai da diversi mesi".

Un aumento delle forniture di greggio a livello mondiale, coordinata dall'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, sta calmierando i mercati, anche di fronte a minacce di potenziali interruzioni di uscita, come fa rilevare l’EIA, l'Agenzia internazionale per l'energia, nel suo rapporto dello scorso 11 settembre, dove si legge che la domanda di petrolio sta crescendo a ritmi più lenti dal 2011.
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