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Scuola, il blocco dei contratti non è una novità della Finanziaria 2015

Cultura, Economia
Scuola, il blocco dei contratti non è una novità della Finanziaria 2015
(Teleborsa) - Si prospettano tempi duri per le buste paga dei dipendenti pubblici. La legge di Stabilità approvata due giorni fa dal Consiglio dei Ministri ha infatti confermato il blocco degli stipendi fino a tutto il 2015.

A ben vedere, però, questo blocco per l'anno venturo era stato già introdotto dal Governo Letta, fa notare l'Associazione sindacale Anief. Non solo: lo stesso Esecutivo, nel Documento di Economia e Finanza 2014 (DEF, altro nome della Finanziaria) prevedeva di allungare il blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti, già introdotto nel 2010, addirittura fino al 2018.

"Nel quadro a legislazione vigente la spesa per redditi da lavoro dipendente delle Amministrazioni Pubbliche è stimata diminuire dello 0,7 per cento circa per il 2014, per poi stabilizzarsi nel triennio successivo e crescere dello 0,3 per cento nel 2018, per effetto dell'attribuzione dell'indennità di vacanza contrattuale riferita al triennio contrattuale 2018-2020", si leggeva del DEF 2014.

"Non c'era alcun bisogno - commenta Marcello Pacifico, Presidente Anief e segretario organizzativo Confedir - di bloccare i contratti del pubblico impiego per un altro anno. Perché era stato già stabilito precedentemente. Come non c'era assolutamente bisogno di mettere da parte i fondi per assumere i 150 mila docenti precari del comparto Scuola. Perché questi soldi verranno assorbiti attraverso il blocco del primo gradino stipendiale dei neo-assunti".

"Tanto è vero che per accedere all'aumento di stipendio, un precario dovrebbe aver accumulato bene tredici anni di supplenze complessive. La verità, quindi è che non c'era alcun motivo di sancire ulteriori risparmi sulla pelle dei dipendenti pubblici", conclude il sindacalista.
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