(Teleborsa) - Sono in corso a Bruxelles i colloqui volti ad assicurare per quest'inverno le forniture di gas naturale russo verso l'Ucraina. Nello stesso tempo continuano nell'oriente ucraino e i ribelli filo-russi, a dispetto della tregua concordata tra le parti sei settimane orsono, dopo che al vertice di Milano
non si è arrivati ad alcuna soluzione politica.
Il commissario europeo per l'Energia,
Guenther Oettinger, il ministro dell'Energia russo
Alexander Novak e il suo omologo ucraino
Yuri Prodan, si stanno incontrando in questo momento per discutere delle forniture di gas verso l'importante snodo ucraino, dal quale si dipanano i gasdotti che arrivano in tutta Europa.
I colloqui dovrebbero concludersi nel primo pomeriggio, ma potrebbero richiedere più tempo del previsto, perché i nodi da sciogliere sono rilevanti.
Il braccio di ferro tra le due ex repubbliche sovietiche continua dall'innesco dell'insurrezione separatista e per una controversia sul debito accumulato dall'Ucraina sul gas ricevuto dalla Russia. L'Unione europea, che dipende dal combustibile russo convogliato attraverso l'Ucraina per circa il 15% del suo fabbisogno, sta cercando di mediare per evitare il ripetersi dei tagli alle forniture già sperimentato nel 2006 e nel 2009.
Il portavoce militare ucraino,
Andriy Lysenko, ha seccamente respinto un rapporto di
Human Rights Watch che ha riferito dell'uso di bombe a grappolo fatto dall'esercito di Kiev in zone popolate della città di Donetsk, all'inizio di questo mese. "Le forze governative ucraine non hanno usato nessuna bomba a grappolo", ha detto Lysenko. "I ribelli vogliono imbrogliare diffondendo all'opinione pubblica internazionale notizie false".