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Goldman Sachs propone tre scenari per l’economia globale

Economia
Goldman Sachs propone tre scenari per l’economia globale
(Teleborsa) - E’ oramai abitudine accostare l’andamento dell’economia alla favole. "Alice nel paese delle meraviglie", ad esempio, si sta rivelando una lettura popolare tra l'elite finanziaria globale.

Due settimane fa si è espressa così Christine Lagarde, direttore del FMI. Ora è il turno di Goldman Sachs, che per voce del suo responsabile globale per gli investimenti, Peter Oppenheimer, dice di girare le pagine del classico di Lewis Carroll per trovare la giusta l'ispirazione.

Proprio come Alice era confusa nello strano mondo in cui si era venuta a trovare, Oppenheimer ha detto ieri che gli investitori devono affrontare l'ignoto in un contesto di tassi di interesse vicini allo zero e in regime di bassa crescita economica.

A complicare ulteriormente le cose è che alcuni vecchi report sono tornati nuovamente a circolare dopo la crisi finanziaria. "E’ curioso", scrive Oppenheimer "come azioni e obbligazioni si siano comportate allo stesso modo, facendo saltare logica e buon senso. Ed è altrettanto curioso come alcune delle performance di mercato più forti, siano state prodotte nelle economie più deboli".

Quindi, come per "Alice nel paese delle meraviglie", quale bivio dovranno prendere gli investitori? Oppenheimer, che nel marzo 2012 predisse correttamente la rampata dei mercati azionari, elenca tre possibilità, tutte con differenti risultati economici e di investimento.

Il primo riguarda una "stagnazione secolare", in cui la crescita rimane ben al di sotto del suo trend pre-crisi e l'inflazione continua ad essere lenta, generando rendimenti deboli per le azioni rispetto alle obbligazioni e bassa volatilità del mercato.

La seconda prevede un altro itinerario, con un ritorno alla normalità, in cui un nuovo motore di espansione si rimette in moto con estrema energia, rivoluzionando l’economia globale e un ritorno ai consumi su larga scala.

L'ultima opzione sarebbe quella di una "Grande Moderazione", in cui la crescita recupera ma non in modo significativo da stimolare adeguatamente le pressioni inflazionistiche, che peraltro sono trattenute da innovazioni tecnologiche applicate al mondo del lavoro. I tassi di interesse salgono lentamente e c'è abbastanza crescita per generare profitti.

Quest’ultimo scenario potrebbe favorire un nuovo periodo "toro", garantendo sovraperformance dell’investimento azionario, anche se sarebbe la fine dell’incantesimo dei bassi tassi di interesse.
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