(Teleborsa) - Grande rivoluzione nel mercato immobiliare, dove viene riproposta la questione della
riforma del catasto, che ha un ruolo chiave anche nel definire il valore degli immobili su cui verranno applicate le imposte.
Proprio di recente, il governo ha ripreso in mano il dossier delle tasse sulle abitazioni, ipotizzando l'
imposizione di una local tax, che andrà a sostituire il dedalo di tributi applicati sino ad oggi.
Naturalmente, questo presuppone una
valutazione degli immobili più giusta ed equa, che parta dai
metri quadri anziché dal numero di vani, come fatto sino ad oggi. Il nuovo meccanismo, però, dovrebbe differenziare le abitazioni anche in base ad una serie di altri
parametri: la
localizzazione e categoria della zona di ubicazione, ma anche l'
anno di costruzione, la
tipologia/qualità della casa e lo
stato di conservazione dell'immobile.
A dare il via libera alla riforma del catasto è stato il Consiglio dei Ministri, terminato ieri in serata, che ha anche deciso di riattivare le
Commissioni censuarie, che si occuperanno di effettuate queste valutazioni e
ridefinire gli estimi catastali.
Istituite alla fine degli anni '80, le commissioni erano state praticamente depotenziate, tanto che negli ultimi anni non si erano neanche più riunite. Ora, la riforma sta dotando le
106 commissioni italiane (più quella di
Roma che funziona anche da supervisore) di nuovi e più ampi compiti. Ad esempio, le commissioni locali avranno il compito di validare le funzioni statistiche date dall'Agenzia delle Entrate, mentre il catasto centrale di Roma dovrà dirimere le "liti" insorte fra commissioni censuarie locali, comuni e fisco.
La riforma ha un valore non indifferente, perché si propone di fare un vero e proprio
censimento dei circa 62 milioni di immobili presenti in Italia, ma anche terreni e fabbricati. Le commissioni, infatti, saranno suddivise in
3 sezioni: una dedicata alle
abitazioni, una ai
terreni ed una agli altri
fabbricati.
Il progetto di legge che istituisce le commissioni ha indicato, inoltre, la loro composizione in
25 componenti effettivi e
21 membri supplenti. Fra i membri effettivi ve ne sono quattro di diritto che provengono dall'Agenzia delle Entrate. Il decreto fissa anche delle
incompatibilità: i membri delle commissioni non potranno essere parlamentati, ministri, assessori comunali o regionali, prefetti o dirigenti di movimenti politici. L'elezione dura 5 anni e non sarà rinnovabile.