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La Francia resta il cruccio dell'Eurozona

Economia
La Francia resta il cruccio dell'Eurozona
(Teleborsa) - Il tasso di crescita economica dell’Eurozona ha rallentato fino a toccare i minimi su 16 mesi, rispecchiando l’indebolito andamento dell’afflusso dei nuovi ordini, in calo per la prima volta da luglio dello scorso anno. Anche la creazione di posti di lavoro è rimasta vicino alla stagnazione.

L’Indice finale Composito Markit PMI della Produzione nella zona Euro ha segnato, nel mese di novembre, un calo fino a 51,1, rispetto ai 52,1 di ottobre e si è indebolito rispetto alla precedente stima flash di 51,4. Eppure, sono 17 i mesi in cui l’indice indica un’espansione.

La principale debolezza è il continuo declino della Francia, dove la produzione è calata per il settimo mese consecutivo e al tasso più netto da febbraio. Nel settore manifatturiero e terziario francese si sono registrati forti cali dell’attività e dei nuovi ordini. In Germania e Spagna si è registrato un rallentamento dei tassi di crescita della produzione, con valori ai minimi su 17 e 9 mesi rispettivamente.

L’Italia, sebbene abbia indicato un’espansione più rapida di ottobre, è rimasta al di sotto dei valori di crescita della produzione della Germania e della Spagna, a loro volta entrambe superate dall’Irlanda.

Quanto al mercato del lavoro, i posti di lavoro sono aumentati in Germania, Spagna e Irlanda e sono ulteriormente diminuiti in Francia e Italia.

L’Indice delle Attività Terziarie dell’Eurozona ha segnato, sempre a noevmbre, un calo a 51,1 dai 52,3 di ottobre, toccando da sedici mesi consecutivi una lettura al di sopra della soglia di non cambiamento di 50. Tra le nazioni monitorate, l’Irlanda ha riportato l’incremento della produzione più rilevante.

"Nei paesi chiave ci sono segnali preoccupanti di un peggioramento delle prestazioni economiche che, se confermati, potrebbero di nuovo guidare la regione verso la recessione. Tormentata dalla continua contrazione delle attività, la Francia resta il cruccio più grande, ma la crescita ha rallentato anche in Germania raggiungendo i valori minimi su un anno e mezzo", ha commentato Chris Williamson, Chief Economist presso Markit, secondo il quale "l'Italia è stata l'unico paese a mostrare un migliorato tasso di crescita e ciò suscita speranze di uscita dalla contrazione nell'ultimo trimestre, sebbene il tasso di espansione sia rimasto purtroppo modesto e debole contro nuovi ostacoli".

Per Williamson, "i risultati dell’indagine indicano che le iniziative politiche attualmente annunciate non hanno ancora avuto un impatto significativo sugli affari o sulla fiducia dei consumatori dell’eurozona, e che sarebbe necessario prendere misure più aggressive e attuarle velocemente, se si vuole evitare un’altra recessione."
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