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Il Jobs Act è legge. Il Senato vota la fiducia

Economia, Welfare
Il Jobs Act è legge. Il Senato vota la fiducia
(Teleborsa) - Il Job Act è legge. La riforma del mercato del lavoro, che tante contestazioni ha suscitato in ambito politico e sociale, ha ottenuto la fiducia del Senato, con 166 sì, 112 no e 1 astenuto. Il governo, ieri, ha deciso di porre la fiducia sulla delega per la riforma, in terza lettura e nella stessa versione approvata dalla Camera, giusto in tempo perché entri in vigore già il 1° gennaio prossimo.

L'annuncio della richiesta di fiducia, che era stata precedentemente esclusa, è stato dato ieri dal Ministro Giuliano Poletti ed ha subito sollevato un vespaio in Aula, dove i lavori sono stati sospesi temporaneamente a causa di contestazioni.

Le proteste, per la verità, hanno caratterizzato la giornata di ieri, sia dentro che fuori le mura di Palazzo Madama, in quanto una serie di manifestazioni contro la riforma del mercato del lavoro sono degenerate nelle strade della Capitale. E' accaduto in Corso Vittorio, dove i manifestanti hanno gettato uova e fumogeni contro le forze dell'ordine.

La minoranza del Pd in Senato, in serata, aveva confermato il sì alla fiducia, affermando la decisone è stata presa per "senso di responsabilità", anche se restano "molte riserve e permangono delle "criticità" nella riforma. Il senatore Federico Fornaro, portavoce della minoranza del Pd a Palazzo Madama, ha già precisato che "vigilerà" sulla corretta applicazione del provvedimento e sui "decreti attuativi" del Ministero. Fornaro ha messo in luce anche i punti critici, come la durata del contratto a tutele crescenti (36 mesi) e le risorse per gli ammortizzatori sociali.

Dal canto suo, il Ministro del Welfare Poletti ha assicurato: "nella stesura dei decreti delegati sapremo tenere in considerazione le opinioni espresse in Parlamento". Poi, il ministro ha commentato positivamente l'approvazione del Job Act, assicurando: "Il nostro impegno sarà ora quello di procedere speditamente alla stesura dei decreti di attuazione", in primis riguardo il contratto a tutele crescenti, di cui oggi si sa molto poco.

Se, da un lato, il Job Act dà garanzia alle imprese di poter assumere già dal nuovo anno nuovi lavoratori, con una riduzione del costo dell'Irap, con gli sconti fiscali su nuove assunzioni e con un semplice indennizzo in caso di licenziamento, dall'altro, vi sono molte aree di incertezza, riguardo la forma e le garanzie del contratto a tutele crescenti ed in merito alla nuova formulazione dell'articolo 18 ed al licenziamento individuale per giusta causa.
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