(Teleborsa) - La crisi dell'Eurozona sta zavorrando anche la Germania, economia più florida dell'area della moneta unica, che sta riportando una battuta d'arresto, confermata anche dalle
stime aggiornate del PIL da parte della Bundesbank. Il taglio era stato
già preannunciato dal Presidente Jens Weidmann ad inizio settimana.
La banca centrale tedesca ha letteralmente imbracciato l'accetta,
dimezzando le stime di crescita dell'economia tedesca nel 2015 a +0,8% dal +1,8% indicato nelle previsioni di giugno. Anche quest'anno, il PIL crescerà meno, attestandosi a +1,4% rispetto al +1,9% precedentemente atteso, mentre per il 2016 è atteso un recupero all'1,5% ma resta sotto l'1,7% indicato in precedenza.
Ridotte anche le
stime di inflazione, compatibilmente con un
quadro deflazionistico dell'Area Euro. La crescita dei prezzi è stata ridotta allo 0,9% dall'1,1% per quest'anno, all'1,1% dall'1,5% per il 2015 ed all'1,8% dall'1,9% per il 2016.
Eppure,
gli ordini all'industria sono risultati sopra le aspettative, segnando una crescita del 2,5% e superando lo 0,5% atteso.
In effetti, il
Presidente della Bundesbank Jens Weidmann mantiene un atteggiamento ottimista, indicando che la
frenata economica è di breve durata e sottolineando che le assunzioni di crescita sono state fatte con un
prezzo del petrolio molto superiore a quello attuale. Il numero uno della banca centrale tedesca, infatti, ha segnalato che la persistenza di prezzi petroliferi così bassi potrebbe avere un
impatto positivo dello 0,1-0,2% sul PIL.