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Scuola, docenti italiani "stacanovisti" ma sono i "meno pagati" in UE

Economia, Welfare
Scuola, docenti italiani "stacanovisti" ma sono i "meno pagati" in UE
(Teleborsa) - Gli insegnanti italiani lavorano quanto i colleghi europei, forse anche di più, ma gli stipendi non reggono certo il confronto, confermandosi agli ultimi posti nella classifica dell'area OCSE.

I dati ufficiali indicano che l'impegno settimanale in classe, più le attività collegiali e di supporto alla didattica, è di circa 39 ore settimanali, in linea con la media OCSE fatta salva qualche differenza per grado di istruzione: nella scuola primaria le 22 ore di insegnamento superano la media europea (19,6 ore), alle medie i nostri docenti stanno dietro la cattedra 18 ore a settimana (16,3 in UE), mentre alle superiori l'impegno si equivale.

Che dire della proposta di estendere l'orario di lavoro? Con questi presupposti non troverebbe certo fondamento, specie se si considera che gli insegnanti, in Paesi come la Francia e la Germania, lavorano molto meno. Esiste poi un lavoro "oscuro" dato dalla somma delle incombenze burocratiche che un insegnante italiano è chiamato quotidianamente ad assolvere: colloqui con i genitori, riunioni con i colleghi, compilazione dei registri, stesura di relazioni e programmazioni e progetti, preparazione delle lezioni, correzioni dei compiti degli alunni. Oltre che per la formazione, peraltro quasi sempre a proprie spese.

Il lavoro è tanto ma lo stipendio non è all'altezza. Estendo il confronto al profilo economico, si nota che gli insegnanti italiani sono fra i meno pagati in Europa. La retribuzione dei docenti italiani, infatti è congelata dal 2009, ma prima era cresciuta di appena un 4-5% l'anno a fronte di aumento nell'ordine del 15-22% nella media OCSE.

"Il problema, secondo il presidente Anief Marcello Pacifico, sono semmai le attività funzionali alla qualifica che non vengono conteggiate: come la preparazione delle lezioni, la programmazione delle attività, la correzione dei compiti e via dicendo". Dunque, "La vera differenza rispetto all'area OCSE - aggiunge il sindacalista - non sta nell'impegno di ore profuse dai docenti per le loro attività lavorative, ma nel fatto che a fine carriera i docenti italiani prendono tra i 6mila e gli 9mila euro in mero rispetto ai colleghi d'oltre confine".
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