Facebook Pixel
Milano 17:35
34.151,41 -0,27%
Nasdaq 18:14
18.072,25 -0,11%
Dow Jones 18:14
38.956,33 +0,19%
Londra 17:35
8.354,05 +0,49%
Francoforte 17:35
18.498,38 +0,37%

Petrolio, la crescita della domanda mondiale è ai minimi da 5 anni

Economia
Petrolio, la crescita della domanda mondiale è ai minimi da 5 anni
(Teleborsa) - Nel 2014 la domanda di greggio mondiale, pari a 92,4 milioni barili/giorno, ha rilevato la crescita più bassa degli ultimi 5 anni (+0,7%) per la riduzione della domanda nei paesi OCSE (-0,9% rispetto al +0,3% del 2013) e un rallentamento in quelli non-OCSE (+2,4% rispetto al 3,5% del 2013). E' quanto rivela l'Unione Petrolifera (UP) nel suo Preconsuntivo 2014. I dati dell'UP arrivano all'indomani del report da parte di S&P che ha tagliato le stime sui prezzi del petrolio motivando la decisione da scorte in eccesso e domanda debole.

Il crollo delle quotazioni del petrolio innescata dalla storica decisione dell'OPEC che per la prima volta dal 1960 ha deciso di non intervenire sulla produzione ma che era incominciato anche prima, "potrebbe durare più a lungo che in passato".

E 'quanto ipotizza l'Unione Petrolifera analizzando la situazione del mercato anche se il calo dei prezzi del greggio "è sicuramente una buona notizia per l'economia mondiale", spiega ancora l'UP che aggiunge come a beneficiare di questa situazione siano soprattutto quei Paesi dove il costo dell'energia rappresenta un freno alla crescita e pesa sulla competitività del sistema industriale Il Fondo Monetario stima che un calo di 10 dollari nei prezzi del greggio valga 0,3 punti di PIL.

Secondo le ultime previsioni dell'OCSE il PIL mondiale nel 2015 è previsto crescere del 3,7%, nel 2016 del 3,9%. Crescono soprattutto i cosiddetti paesi BRIICS: +5,4 nel 2015 e +5,6% nel 2016 Ancora molto debole la crescita nell'area euro stimata tra l'1,1 nel 2015 e l'1,7% nel 2016, tuttavia la discesa dei prezzi dell'energia potrebbe favorire una ulteriore crescita del PIL".

Per quanto riguarda la situazione, in Europa, questa è particolarmente critica, spiega l'Unione Petrolifera visto che negli ultimi cinque anni è già stata chiusa capacità per 1,7 milioni barili/giorno, di cui 300 mila barili/giorno.

Guardando all'Italia, il Paese continua ad essere quello più esposto alla concorrenza internazionale in una posizione di crescente svantaggio competitivo. Per quanto riguarda i consumi energetici tricolore, l' UP fa notare come nel 2014 la domanda di energia in Italia ha mostrato un ulteriore calo, pari al 5,1% rispetto al 2013, fermandosi a 157,6 Mtep e tornando sui valori della fine degli anni '80 La contrazione ha riguardato praticamente tutte le fonti, ad eccezione delle rinnovabili (+3,9%), il cui peso sul totale è salito a circa il 19%, e delle importazioni nette di energia elettrica (+2,3%). Il petrolio, in calo del 4,5%, si conferma ancora una volta la principale fonte di energia con un peso percentuale del 35,4%, in leggera crescita rispetto al 2013. Il gas ha mostrato il calo più accentuato (-11%) e con un peso del 32,4% resta dietro al petrolio.

Sul fronte tasse, ad oggi, l'84-85% degli aumenti registrati dal 2010 sono stati di natura fiscale.

Attualmente in Italia la tassazione sulla benzina è pari al 63% del prezzo finale contro una media europea del 58%; sul gasolio del 58% contro il 51%. Lo "stacco fiscale con l'Europa", attualmente intorno ai 22 centesimi, è destinato ad aumentare tenuto conto che nuovi aumenti delle accise sono previsti dal 1° gennaio 2015 (DL IMU del 2013), stimati in 2,5-3 centesimi.

Ulteriori aumenti sono previsti fino al 2021 in virtù di diverse clausole di salvaguardia contenute in vari provvedimenti legislativi per un ammontare totale di oltre 3,2 miliardi di euro (al netto dell'Iva anch'essa destinata ad aumentare).

Se tutte le clausole previste dovessero essere esercitate, l'aumento complessivamente sarebbe pari a 10-12 centesimi euro/litro
Condividi
```