(Teleborsa) - Dopo anni di corse al rialzo è di nuovo mini-euro in Europa. Il
cambio tra l'euro e il dollaro USA sta infatti viaggiando ai
minimi dal 2006, spinto al ribasso dalle speculazioni per un imminente
quantitative easing in Europa e dalla delicata situazione greca.
Venerdì scorso il Presidente della Banca Centrale Europea,
Mario Draghi si è detto molto preoccupato dalla debolezza dei prezzi in Eurozona, affermando che
sono allo studio nuove misure di allentamento.
Secondo gli economisti l'Eurotower potrebbe dunque annunciare il tanto atteso
programma di acquisto di titoli di Stato già in occasione del
meeting di politica monetaria del 22 gennaio, anche se le
elezioni anticipate in Grecia potrebbero
modificare i piani della BCEDraghi potrebbe infatti decidere di attendere l'esito del voto prima di procedere con il QE.
Ed è proprio la
Grecia l'altra maggiore zavorra dell'euro. I timori per un'
eventuale uscita di Atene dall'Eurozona non giovano affatto alla divisa unica, anche se il sentiment è decisamente meno negativo rispetto ai tempi della crisi del debito in Europa.
Da rilevare, infine, che il crollo dell'euro è dovuto anche alle aspettative per una
imminente exit strategy da parte della Federal Reserve. Nell'ultimo plenum del FOMC la Banca Centrale americana ha promesso tassi fermi fino a primavera. E' dunque probabile che tra qualche mese scatti il primo rialzo del costo del denaro, cosa che sta dando molta forza al dollaro. In queste ore il biglietto verde ha guadagnato terreno su 14 delle 16 principali valute mondiali.