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Usa, il boom dell’occupazione “chiama” l’aumento dei tassi

Economia
Usa, il boom dell’occupazione “chiama” l’aumento dei tassi
(Teleborsa) - Lo spettro del rialzo dei tassi negli Stati Uniti, riaffiorato in scia al record della forza lavoro ha rovinato una settimana più che soddisfacente per le azioni statunitensi.

Lo Standard & Poor 500 ha coronato il sesto anno di mercato toro, il Nasdaq Composite ha superato quota 5.000 per la prima volta in 15 anni e Apple, la più grande società al mondo per capitalizzazione di mercato, si è guadagnata l'ammissione nel paniere del Dow Jones Industrial Average.

Niente aveva fermato gli indici delle borse Usa, aiutati dallo stimolo monetario del 2009, che da quel periodo hanno triplicato il loro valore, ma la percezione che questa cavalcata sia prossima alla fine è più che concreta e alimentata dal malcelato fatto che la Fed alzerà i costi finanziari da quest’anno.

L'indice S&P-500 in questa settimana ha perso 1,6% e ricompresso il guadagno di questo scorcio del 2015 ad un contenutissimo 0,6%, la peggior performance tra i maggiori 24 mercati.

"E 'sicuramente stata una settimana piena di considerazioni da fare e di punti di riferimento”, ha detto Russ Koesterich, responsabile delle strategie di investimento di Black Rock. "Gli investitori ritengono possibile una pausa di consolidamento alla luce di valutazioni azionarie non più a buon mercato”.

L'S&P-500 ha eroso il guadagno settimanale proprio nell’ultima sessione dopo che gli occupati a libro paga sono saliti di 295.000 unità nel mese di febbraio e il tasso di disoccupazione è sceso al 5,5%, il più basso in quasi sette anni e comunque meglio rispetto alle previsioni degli analisti.

Il tasso di disoccupazione ha ormai raggiunto livelli che la Fed dovrebbe reputare coerenti con una stretta monetaria e come base per una ripresa dei salari.
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