(Teleborsa) - Silvio Berlusconi non dovrà tornare a processo per il
caso Ruby.
Ieri sera, poco prima della mezzanotte e al termine di lunga camera di consiglio, i giudici della
Cassazione hanno deciso di
confermare la
sentenza d'appello, che aveva ribaltato il giudizio di primo grado ed annullato la condanna dell'ex Premier a 7 anni di reclusione e all'interdizione a vita dai pubblici uffici per concussione e prostituzione minorile.
Ad attendere la sentenza c'era una vera e propria folla di cronisti ed anche la stampa estera, proprio
come accadde per l'altro Processo.
Il procuratore generale della Cassazione,
Eduardo Scardaccione, aveva chiesto di
annullare l'assoluzione del leader di Forza Italia, cosa che avrebbe fatto scattare un nuovo processo.
Nel motivare le sue richieste il procuratore generale aveva sottolineato che
la circostanza che le "olgettine" fossero minorenni "non è una coincidenza" e che
"non è credibile" che solo Silvio Berlusconi non sapesse della minore età di Ruby.
A proposito della telefonata al Commissariato, in cui l'ex Cavaliere affermava che Ruby Fosse la nipote di Mubarak, chiedendo di consegnarla a Nicole Minetti, Scardaccione ha sottolineato che
l'episodio "è degno di un film di Mel Brooks e tutto il mondo ci ha riso dietro". La telefonata al commissariato - conclude - ebbe l'effetto di esercitare "una pressione irresistibile ed è stata di una violenza grave" a riprova del fatto che
"ci sia stata costrizione", conclude il pg.
Berlusconi ha atteso il verdetto dalla sua residenza di Arcore. Per il momento non ha rilasciato dichiarazioni ma sembra che abbia detto di essere pronto a tornare in campo.
"E' un'ottima notizia che risarcisce però solo in minima parte tutto quello che ha subito Berlusconi", è invece il commento del consigliere politico di Forza Italia, Giovanni Toti.
(Foto: ANSA)