(Teleborsa) - Le
batterie al litio sono ormai ovunque, dagli strumenti elettronici alle automobili. Sì, proprio le automobili come quelle di
Tesla Motors, costruttore americano antesignano dell'auto elettrica. Ricaricabili, meno ingombranti e molto più potenti delle
nichel-cadmio e delle zinco-carbone, le batterie al litio sovrastano per efficienza anche le ricaricabili in nichel e metallo idruro. Nel
futuro immediato, a meno di nuove clamorose invenzioni, non ne potremo far a meno. Eppure questi accumulatori di energia sono un
sorvegliato speciale da parte della commissione europea per la salute perché contenenti un micidiale inquinante dal nome difficile, l'
N-metil pirrolidone (Nmp). Questa sostanza, tossica e pericolosa per lo sviluppo fetale, è contenuta in tutte le batterie al litio e serve a "tenere insieme" il materiale attivo con l’elettrodo, un sorta di
legante indispensabile alla struttura stessa della batteria. Un'auspicata sostituzione dell'Nmp con altro materiale toglierebbe di mezzo un'altra causa di
possibile disastro ambientale.
Viene dal centro ricerche
ENEA della Casaccia, alle porte di Roma, la soluzione al problema della tossicità. Gli scienziati hanno dimostrato che si può sostituire l’Nmp con il più facilmente gestibile
polivinile acetato, la comunissima e diffusissima colla usata nei lavori di bricolage che va sotto il nome commerciale Vinavil. La
batteria al Vinavil, inoltre, è più performante, più
economica ma soprattutto non richiede i complessi e pericolosi sistemi di lavorazione del
Nmp che necessitano di ambienti di lavoro chiusi affinché la sostanza tossica non si disperda in aria.
Ancora una volta il mondo dell’industria deve applaudire l’
intuizione italiana, che questa volta si personalizza in
Pier Paolo Prosini, responsabile delle
attività di ricerca Enea, il quale vuole riportare tutti con i piedi per terra ricordando che passare dalla fase di ricerca a quella industriale il passo è lungo. A noi, comunque, piace riportare il frutto di un serio lavoro per rendere merito a chi, nella bistrattata Italia, continua ad impegnarsi nonostante la nazione sembri insensibile alla necessità strategica di
fare ricerca.