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La Banca Centrale Svizzera svelerà i danni dello tsunami valutario

Economia
La Banca Centrale Svizzera svelerà i danni dello tsunami valutario
(Teleborsa) - Il presidente della Banca Centrale svizzera, Thomas Jordan, è in procinto di rivelare al mondo gli effetti dell’onda d’urto provocata dall’abolizione del “cap” dell’Euro nei confronti del Franco svizzero, che l’istituto centrale elvetico ha fatto saltare lo scorso 15 gennaio.

Due mesi dopo, i funzionari della Suisse Bank stanno preparando le loro prime previsioni economiche per valutare l'impatto di tale movimento e il Presidente Jordan le comunicherà il 19 marzo, nella riunione del board in cui ci si attende che la banca centrale manterrà il suo tasso di deposito negativo allo 0,75%. Questo vuol dire che chi decide di “parcheggiare” fondi all’interno delle sue mura, dovrà pagare un interesse.

"Il forte apprezzamento del franco, dopo che il tappo con l’Euro è saltato, dovrebbe colpire in modo significativo l'economia svizzera," ha dichiarato Martin Gueth, economista della tedesca LBBW. "Ci aspettiamo che la BNS (Banca Centrale svizzera) rimanga in una fase di attendismo, ma è necessario che il franco si rivaluti, per cui prevediamo che si scateneranno interventi sul mercato valutario se non addirittura un nuovo taglio dei tassi di deposito, già negativi”.

La riunione di giovedì darà la possibilità ai tre membri del board della BNS di affrontare pubblicamente l'epilogo dello scorso 15 gennaio che, il CEO di Swatch Group, Nicolas Hayek, ha definito “un vero e proprio tsunami”. Alla fine della riunione, Jordan terrà una conferenza stampa, rompendo la prassi normale, che obbliga ad aspettare fino a giugno per avere il prossimo incontro della BSN.

Le maggiori attese vedono il mantenimento del tasso di deposito a -0,75%, così come per il Libor viene stimato un corridoio tra -1,25% e 0,25%.

Quando la BNS decise di far saltare il tetto con l’Euro, il Franco svizzero è salito oltre il 15% contro 150 valute nel mondo, innescando grosse perdite in molte società finanziarie, aumentando i rischi di recessione per un paese che ha attraversato la crisi mondiale con meno “lividi” rispetto ad altri paesi europei.

Jordan ha già avvertito che la previsione preliminare per una crescita di circa il 2% per quest’anno , non sarà raggiunto.

“I tre dei membri del consiglio si sentiranno probabilmente in dovere di spiegare la loro decisione del 15 gennaio", ha detto Julien Manceaux, capo economista presso la filiale di ING a Bruxelles. "Ci sono state un sacco di critiche, anche a livello politico, che devono avere della risposte".
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