Facebook Pixel
Milano 17:35
34.825,01 -1,62%
Nasdaq 21:29
18.687,41 +0,76%
Dow Jones 21:29
39.826,41 -0,44%
Londra 17:35
8.424,2 +0,05%
Francoforte 17:35
18.768,96 +0,35%

Petrolio, i prezzi continuano a franare

Economia
Petrolio, i prezzi continuano a franare
(Teleborsa) - Il petrolio ha fatto un ulteriore caduta. Il prezzo di un barile è sceso di oltre il 4%, al minimo di sei anni, scendendo appena sotto i 43 dollari al barile.

Il crollo dei prezzi del petrolio ha dato il via ad un intenso dibattito su quando e come, i produttori avrebbero reagito. Fino ad ora stanno ancora pompando petrolio, ma all’orizzonte si intravedono segnali di forte rallentamento.

Gli ultimi quattro anni rappresentano l'espansione più veloce della produzione di petrolio nella storia degli Stati Uniti. La nuova tecnologia “shale” ha guidato questo boom, in particolare la perforazione orizzontale attraverso le formazioni scistose delle rocce del sottosuolo.

Le tre maggiori regioni produttrici di petrolio per estrazione scistosa sono il bacino Permiano nell’ovest del Texas, Eagle Ford nel Texas meridionale e la Bakken nel Nord Dakota.

Mentre il prezzo del petrolio scendeva, nella seconda metà dello scorso anno, i produttori hanno iniziato chiudendo gli impianti di estrazione ad un ritmo senza precedenti. Per questo motivo gli impianti attivi sono diminuiti di oltre il 40%, con i rimanenti rimasti aperti concentrati in regioni dove l’estrazione rimarrà vantaggiosa anche a 40 dollari al barile.

Quindi, con tutti questi impianti di perforazione spenti, perché non sta rallentando la produzione di petrolio? La risposta più immediata è: per l'efficienza. I nuovi impianti permettono di pompare più petrolio e più velocemente, a scapito di quelli più vecchi. In realtà, il discorso degli impianti di estrazione passa in secondo piano, perché gli Stati Uniti dal 1972 stanno pompando più petrolio di qualsiasi altro momento.
Condividi
```