(Teleborsa) -
Alla fine il Parma FC è fallito: ieri è stata avviata la
procedura fallimentare e sono stati nominati i due curatori Angelo Anedda e Alberto Guiotto. La squadra crociata, di cui verranno ora liquidate tutte le pendenze, non riuscirà certamente a salvare la sua presenza in serie A, ma
potrà tentare si salvare la serie B.
Lo sblocco dell'iter fallimentare, davanti al giudice Pietro Rogato, è stato consentito dalla
lettera inviata dal presidente del Parma Giampietro Manenti, attualmente in carcere a San Vittore, con la quale
rinunciava a presenziare all'udienza, aprendo ad una soluzione più rapida. Manenti aveva rilevato il Parma per la cifra simbolica di 1 euro, ma era stato poi arrestato con l'accusa di reimpiego di capitali illeciti.
Guardando alla
situazione patrimoniale del Parma calcio non si può non rabbrividire: i debiti complessivi nei confronti dei creditori ammontano a oltre 218 milioni a fronte di un patrimonio netto negativo per 46,7 milioni di euro. C'è poi un ingente debito sportivo stimabile in 74 milioni di euro, la gran parte nei confronti dei calciatori tesserati.