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Liberi di scegliere... L'Antitrust perdona Booking.com e liberalizza i prezzi

Economia
Liberi di scegliere... L'Antitrust perdona Booking.com e liberalizza i prezzi
(Teleborsa) - Le autorità Antitrust europee - Francia, Svezia e Italia - hanno chiuso la procedura avviata nei confronti di Booking.com, accettando gli impegni assunti dalla stessa in merito alla liberalizzazione delle tariffe. Il caso aveva coinvolto alcuni grandi siti di prenotazioni dei viaggi online - Booking.com ed Expedia - che erano state accusate di aver posto in essere intese volte a limitare la concorrenza.

La decisione delle tre authority - che va controcorrente rispetto a quella più rigorosa assunta dall'autorità tedesca - premia l'impegno preso dalla compagnia che gestisce le prenotazioni online a rinunciare alla cosiddetta clausola del prezzo migliore praticato ed alle altre clausole riguardanti la disponibilità di stanze e posti letto (parity rate e parity availability) che obbligavano hotel e strutture ricettive a riconoscere ai grandi siti web condizioni preferenziali riguardo la disponibilità di posti ed il prezzo più basso praticato.

Ne discende che gli albergatori saranno liberi di scegliere anche altri canali di pubblicità - fuori da Internet - ed essere liberi di applicare il prezzo e gli eventuali sconti anche al di fuori delle prenotazioni online. La liberalizzazione - ha deciso l'antitrust italiana - scatterà il 1 luglio.

L'istruttoria nei tre Paesi è stata coordinata dalla Commissione europea. Resta in piedi invece l'istruttoria avviata nei confronti di Expedia il 7 maggio dello scorso anno.

Il Presidente dell’Antitrust italiana, Giovanni Pitruzzella, commentando la decisione ha sottolineato che "gli impegni offerti da Booking.com conseguono il giusto equilibrio per i consumatori in Francia, Italia e Svezia, ripristinando la concorrenza e, al contempo, preservando la fruizione semplice e gratuita dei servizi di ricerca e di comparazione, incoraggiando lo sviluppo dell’economia digitale”.

Non soddisfatto il Presidente di Federalberghi, Alessandro Nucara, che contesta soprattutto il "parity rate", che consentye agli albergatopri di offrire anche prezzi più bassi, ma sui canali online il prezzo dovrà essere uguale a quello pubblicato sul listino della struttura ricettiva. Questo - secondo Nucara - "lascia a dir poco perplessi, in quanto si muove in direzione opposta alla storia ed al mercato, imponendo inutili complicazioni, promuovendo l'utilizzo di canali di comunicazione obsoleti e finendo col penalizzare i consumatori e le piccole e medie imprese, a tutto vantaggio delle grandi multinazionali dell'intermediazione".
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