(Teleborsa) -
Il PIL americano è cresciuto ad un tasso bassissimo nel 1° trimestre di quest'anno, mostrando un tasso di espansione più tipico di un'economia matura, come quella europea, che al trend seguito dall'economia a stelle e strisce negli anni d'oro.
In molti, ovviamente, hanno
incolpato il maltempo, anche se nel 2014 la morsa del gelo aveva letteralmente paralizzato gli Stati Uniti a gennaio e febbraio.
Per la casa Bianca c'è di più: la causa del rallentamento è da imputare alla
"tiepida" domanda estera.
In una nota diffusa a seguito del dato pubblicato oggi dal Bureau of Economic Analysis, Jason Furman, presidente del Council of Economic Advisers della Casa Bianca, sottolinea che la buona
crescita evidenziata dai consumi e dagli investimenti fissi negli ultimi tre trimestri (+3,3%) è un
sintomo della salute dell'economia e fa eco al progressivo
miglioramento del mercato del lavoro ed al calo della disoccupazione.
Tuttavia, l'economia americana "è direttamente colpita dall'economia mondiale", mediante l'export, che il governo sta attualmente tentando di stimolare attraverso la Trade Promotion Authority, in grado di velocizzare la stipula degli accordi commerciali.
Al di la delle convinzioni dello staff economico della Casa Bianca, ci sarà anche l'impatto del
dollaro forte, alimentato dalle strategie più restrittive della Fed.
(Foto: Matt H. Wade)