(Teleborsa) - Le banche greche sono sempre più ostacolate nelle operazioni sui
cambi, uno dei mercati più liquidi del mondo. Gli operatori internazionali hanno ridotto le linee di credito e aumentato vertiginosamente i costi.
I broker tendono a limitare le operazioni in titoli con i più importanti istituti di credito, per il rischio di controparte che potrebbe esporli ad insolvenze e per arginare i deflussi di liquidità verso l’estero.
Questi pericoli si vanno ad aggiungere ad una potenziale grossa svalutazione dell’
euro che potrebbe deflagrare qualora
Atene fosse dichiarata inadempiente e fosse costretta ad uscire dall'euro, lasciando le controparti esposte a molteplici rischi.
La cristallizzazione dei colloqui sulle procedure di salvataggio sta spingendo i depositanti a ritirare i fondi dagli istituti di credito della nazione, lasciando le banche con le casse vuote e sperando nell'erogazione dei fondi di emergenza. La
BCE, ieri, ha deciso di innalzare il limite delle liquidità di emergenza, evidenziando che il sistema finanziario della nazione rimane in forte tensione.
"L'ultimo segnale sulla pericolosità della situazione arriva dal fatto che il mercato sta cercando di proteggersi da un
default greco, puntando a violenti riequilibri del mercato Forex”, ha dichiarato
Mark Williams, ex ispettore della Federal Reserve e ora docente presso la Questrom School of Business dell'Università di Boston. "Il mercato è diventato sempre più aggressivo nella preparazione di un default della Grecia e cerca di proteggersi dal potenziale impatto finanziario”.