(Teleborsa) -
Carpe Diem.
E' questo, in estrema sintesi, il consiglio che il
Fondo Monetario dà all'Italia, nel rapporto completato a metà giugno, sollecitandola a
sfruttare "una finestra di opportunità per spingere in avanti riforme più profonde e rilanciare la crescita".
L'Istituto di Washington, non a caso, ha usato
un'espressione coniata dal Ministro dell'economia Pier Carlo Padoan in primavera, quando aveva parlato di "finestra di opportunità" offerta dal basso prezzo del
greggio e dal
Piano di Quantitative Easing della BCE, affermando che "non durerà in eterno".
Nel concreto,
l'FMI dà la sua ricetta, auspicando
azioni su fronti multipli e riforme di ampio respiro, specialmente nel campo dell'efficienza dei servizi pubblici, fra i quali vi sono i
trasporti e più in generale i settori che restano tutt'ora regolamentati. Gli altri fattori chiave sono il
rafforzamento dei bilanci di aziende e banche, soprattutto sotto il profilo delle insolvenze, ed il
ribilanciamento fiscale, per far sì che cittadini ed aziende paghino meno tasse.
Secondo il Fondo,
"la ripresa dell'economia italiana resta fragile", anche se sta emergendo gradualmente da una prolungata recessione e, dunque,
rischia di subire maggiormente il contraccolpo della crisi in Grecia, non tanto per l'esposizione che è limitata, quanto per l'impatto sulla fiducia.
Gli esperti del Fondo hanno espresso un giudizio positivo su alcuni risultati raggiunti dall'Italia, in particolare il
Job Act e la sua rapida attuazione, sottolineando che "aiuterà a ridurre la segmentazione e la dualità, facilitando il ricollocamento dei lavoratori". Nota di merito anche riguardo altri strumenti quali gli ammortizzatori sociali (la CIG) e le misure volte a favorire la produttività.
"L'Italia sta attuando simultaneamente riforme in varie aeree critiche", ha affermato il direttore esecutivo dell'FMI,
Carlo Cottarelli, affermando che
"gli sforzi stanno ripagando". Poi, ha aggiunto che adesso "è fondamentale consolidare la ripresa", mentre viene confermata una revisione al rialzo della stima di crescita dell'Italia allo 0,7%.