(Teleborsa) -
L'Italia teme rischi di contagio o, perlomeno, che la rivoluzione greca possa avere impatti negativi sulle finanze pubbliche italiane. La preoccupazione è strisciante e concreta, tanto che qualcuno ha anche ipotizzato uno slittamento delle prossime aste, ottenendo un
secco no dalla titolare del dipartimento del Debito pubblico, Anna Maria Cannata.
"Noi andiamo in asta regolarmente", aveva detto la dirigente del dipartimento deputato all'emissione di titoli di Stato, la scorsa settimana, aggiungendo ""siamo andati in asta in situazioni molto più complicate" nel 2011.
Nel frattempo, la tensione dei mercati sale, per effetto dell'esito del
referendum greco, che ha fatto lievitare lo
Spread a livelli che non si vedevano da tempo: il
differenziale con il Bund tedesco ieri è lievitato a 160 punti base, in aumento di 14 punti rispetto allo scorso venerdì, a fronte di un rendimento del BTP decennale del 2,36%. Oggi, la situazione non cambia ed il calo dello Spread è marginale a 157 punti base.
Secondo gli esperti, le
prossime aste saranno un importante test di fiducia verso l'Italia e stabilità dell'Euro Area, anche se sono
poche le speranze che non aumenti il costo di finanziamento con i bond sovrani dell'Eurozona, specie quelli dei
"paesi periferici": Lo Spread viene visto lievitare addirittura a
200-250 punti base, mentre il rendimento del BTP decennale dovrebbe correre oltre la soglia chiave del 3%.
La prossima sta a medio-lungo termine (BTP) è in calendario per lunedì prossimo, 13 luglio, ma già quella di fine giugno aveva sancito un
forte aumento dei rendimenti dei BTP a 5 e 10 anni, ai massimi dal 2014.