(Teleborsa) -
Il gap di crescita che l'Eurozona conserva rispetto alle sue potenzialità è pari al 2,5%. A dirlo è un
rapporto del FMI, che analizza i potenziali di crescita, rispetto alle misure di politica monetaria lanciate dalle banche centrali.
L'output gap, vale a dire il PIL "mancato" dell'area è ancora del 2,5%,
nonostante i recenti segnali di recupero dell'economia continentale. Un miglioramento rispetto al 3% del 2014 e si prevede che questo differenziale scenda all'1% nel 2017, grazie anche ai
piani di stimolo lanciati dalla BCE.
Meglio la situaiozone in Giappone, dove
la Bank of Japan ha agito più rapidamente con gli stimoli monetari: il gap passerà dall'1,5% del 2014 ad un azzeramento nel 2016.
Il Fondo Monetario ha anche parlato più in generale delle strategie di politica monetaria delle banche centrali nelle economie avanzate - Stati Uniti, Europa, Giappone e Regno unito -
aprendo a possibili aumenti dei tassi (per la Fed?). Secondo gli esperti il rialzo sarà
positivo anche per le altre economie se sarà supportato da un miglioramento delle prospettive economiche, sia in termini di occupazione che di investimenti.