(Teleborsa) -
Se esistessero un Mario Draghi o un Alan Greenspan con gli occhi a mandorla, la Cina avrebbe risolto tutti i suoi problemi, riuscendo a soffocare in tempo le turbolenze del mercato. E' quanto scrive oggi il Wall Street Journal in un articolo dedicato al
crollo dei mercati asiatici.
"Wanted in China" esordisce l'articolo che indica come manchi una
figura in grado di rassicurare i mercati che va tutto bene. I mercati cinesi, infatti, sono letteralmente
"scoppiati", facendo deflagrare una bolla che le autorità monetarie cinesi non sono ancora riuscite a fermare.
Non sono poche le misure messe in campo dalla banca centrale cinese, ma è tutta una
questione di leadership che, evidentemente, manca ai colleghi asiatici di Draghi.
Il quotidiano cita anche
qualche esempio: era il 2012 in piena crisi del debito quando
Draghi da Londra lanciò un messaggio storico ai mercati, segnalando che la BCE era pronta a fare tutto il necessario (il famoso "whatever it takes") per difendere l'euro.
In cina cosa è successo in queste ultime due settimane? Silenzio. Nessuna parola dal governatore della Banca centrale
Zhou Xiaochuan, né dal direttore dell'authority che regolamenta i mercati
Xiao Gang. "Non ci sono un Alan Greenspan o un Mario Draghi in Cina", spiega
Peng Junming, oggi a capo di una società di investimenti ed ex esponente della banca centrale cinese.
La ragione di tale comportamento è da attribuire alla
diversa tradizione del Dragone, dove mai un massimo dirigente pubblico si permette di dire qualcosa che possa irritare governanti e dirigenti del partito. Oggi questa tradizione è un limite.