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Il flop della politica valutaria cinese

Economia
Il flop della politica valutaria cinese
(Teleborsa) - La politica monetaria cinese sta mostrando molti limiti, non essendo riuscita a preservare uno degli elementi cardine su cui si è basata fini qui la strabiliante ascesa dell’economia del Dragone, cioè il mantenimento di elevati livelli di riserve in valuta estera per compensare eventuali squilibri con i partner commerciali.

Lo scorso mese la Banca Centrale di Pechino ha dovuto vendere dollari in quantità massiccia per sostenere la propria valuta, dopo averla svalutata per il decremento della crescita economica.

Quasi 100 miliardi sono stati i dollari venduti sul mercato, forzando il tesoro in valuta estera di Pechino a 3560 miliardi di dollari, per sostenere la più grossa svalutazione dello yuan degli ultimi 20 anni.

Accreditati economisti stimano che il prezzo che la Cina dovrà pagare per sostenere la propria valuta e tenere competitivi i propri manufatti, inciderà pesantemente sulla crescita economica della nazione, generando condizioni per certi versi simili ad una crisi del credito indotta, per cui più saranno massicce le vendite di dollari e più pesanti saranno i risvolti sulla crescita economica, rendendo più care le merci importate.

Lo yuan è scambiato oggi a 6,364 contro il dollaro Usa, in lieve calo rispetto ai 6,35 della chiusura di venerdì sul mercato Forex.
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