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L’economia mondiale cambia assetto, ma l’Europa è fuori

Economia
L’economia mondiale cambia assetto, ma l’Europa è fuori
(Teleborsa) - I ministri del commercio di 12 paesi dell’area pacifica, tra i quali gli Stati Uniti, hanno annunciato il più grande patto di liberalizzazione commerciale del nuovo millennio.



L’annuncio è stato fatto in una dichiarazione congiunta dai Ministri del Commercio di Stati Uniti, Australia e Giappone, a margine di una conferenza stampa tenutasi ieri ad Atlanta.

L’accordo, denominato TPP, cioè Trans Pacific Partnership, tenderà a ridurre la burocrazia a livello globale e stabilire le regole del commercio per il 21° secolo.

L'accordo, attorno a cui si lavora dal 2008, è una grande vittoria per il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. "Questo livello di partnership aprirà una vasta area di azione per i nostri agricoltori, allevatori e produttori, eliminando oltre 18.000 imposte che diversi paesi hanno messo sui nostri prodotti", ha dichiarato il Presidente in un comunicato. "Esso include impegni incisivi per l’occupazione e per l’ambiente, più di qualsiasi altro accordo commerciale raggiunto nella storia e sono applicabili da subito, a differenza di altri”.

Malgrado delle difficoltà di iter politico istituzionale negli Stati Uniti, non ultimo al Congresso, l'accordo potrebbe rimodellare l’asset industriale di intere nazioni, influenzando soprattutto la politica dei prezzi. Si prevede di fissare standard comuni per il 40% dell'economia mondiale e questo potrebbe diventare lo “status quo” della campagna presidenziale americana nel 2016, identificando l’accordo come un'eredità dell’amministrazione Obama alle prossime generazioni.

L'accordo è visto come una sfida al dominio crescente della Cina nella regione del Pacifico, anche se la stessa Cina era stata invitata a far parte del gruppo commerciale, ma la stessa ha esitato a causa delle restrizioni che l'operazione avrebbe portato al suo settore finanziario e ad altri settori del suo assetto industriale.

I Parlamenti dei paesi TPP dovranno adesso approvare l'accordo entro i prossimi mesi e ciò potrebbe alimentare delle dispute prima di giungere all’effettiva conclusione dell’accordo.
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