(Teleborsa) - Dopo sette lunghi anni di crisi, anche il
Mezzogiorno offre un piccolissimo segnale di ripresa,
in scia al recupero del PIL italiano. E' quanto segnalato dal
rapporto Svimez sul Mezzogiorno, che indica una
crescita ancora "timida" e bassa, ma comunque un un segnale di recupero dell'economia meridionale.
Stando alle previsioni, il
PIL tricolore dovrebbe crescere in media dello 0,8% quest'anno, trainato perlopiù dal Centro-Nord, che vedrà crescere il prodotto interno lordo dell'area dell'1%, mentre
il Sud metterà a segno un modesto +0,1%.
Come per il resto del Paese, la crescita sarà
trainata dai consumi, che offrono spiragli di ripresa (+0,1%) seppur inferiore a quella del Centro-Nord (+0,9%).
Rallenta la caduta degli investimenti al Sud (-1%), che resta in controtendenza rispetro al Centro-Nord (+1,5%) a causa soprattutto del
crollo degli investimenti pubblici (-3%).
Secondo il rapporto Svimez, inoltre,
anche il 2016 vedrà una crescita più bassa del Sud (+0,7%) rispetto al Centro-Nord (+1,5%) e rispetto alla media italiana (+1,3%).
Una delle note dolenti del Sud è il mercato del lavoro, che mostra piccolissimi lampi di ripresa, dopo
un'emorragia di posti dio oltre mezzo milione dal 2008 (nello stesso periodo nell'intero Paese sono stati bruciati 811 mila posti a conferma che l'emiorragia è stata più pesante nel mezzogiorno). Ora si stima che
il 2015 registri i "primi segnali positivi", con la creazione di
più posti di lavoro al Sud (+120 mila o il 2,1%) rispetto al Nord (+60 mila o lo 0,4%).
SDe questo è il quadro complessivo, il rapporto sul mezzogiorno conferma che
la crisi ha picchiato più duro sui "NEET" e
sulle donne: nel 2014, a fronte di 3,5 milioni di posti persi in Italia, 2 milioni erano erano donne e 2 milioni erano residenti al Sud.