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Risparmio ai massimi dal 2010. Il mattone alla riscossa

Economia
Risparmio ai massimi dal 2010. Il mattone alla riscossa
(Teleborsa) - “La crisi c’è, ma non per me” sembra essere il motto che nascostamente recitano molti italiani, un poco per esorcizzare la paura degli ultimi anni, che ancora sfiora i loro pensieri, un po’ perché il 2015 appare come un anno di svolta: un cambiamento vissuto nel proprio quotidiano, piuttosto che riconosciuto a livello collettivo. Lo rileva l'indagine Acri-Ipsos realizzata per la 91esima giornata mondiale del risparmio.

Riguardo al futuro, il numero dei fiduciosi su un miglioramento del proprio tenore di vita è superiore a quello degli sfiduciati: un dato questo su cui incide il forte recupero di fiducia presso i giovani per i quali il saldo tra ottimisti e pessimisti raggiunge il livello di +23 (quasi il doppio dell’ottimo +12 del 2014), ma anche degli over 65 che, dopo otto anni di negatività, tornano in una situazione di equilibrio tra pessimisti e ottimisti.

Oggi più di 1 italiano su 3 è fiducioso sul futuro dell’Italia (36%), mentre gli sfiduciati sono il 27%. Molti italiani ritengono che l’Europa stia riguadagnando centralità nello scacchiere internazionale: se solo tre anni fa il pendolo del futuro pareva spostarsi decisamente verso Est, a favore dei Brics e in seconda battuta degli Usa, ora la situazione appare differente e l’Europa riacquista centralità.

Riguardo al risparmio, per la prima volta dopo 4 anni il numero di persone che non vivono tranquille se non mettono da parte dei risparmi è superato da quello di coloro che risparmiano solo se ciò non comporta troppe rinunce: il 48% contro il 42%.
Per il terzo anno consecutivo, infatti, la quota di italiani che negli ultimi dodici mesi hanno effettivamente risparmiato cresce, di 4 punti percentuali, passando dal 33% del 2014 al 37% attuale, il dato più alto dal 2010. Al contempo si riducono per il terzo anno di fila, e in modo consistente, le famiglie in saldo negativo di risparmio, dal 25% del 2014 al 22% attuale (un dato così ridotto non lo si vedeva dal 2005).
È interessante notare che la crescita di chi è riuscito a risparmiare è sostanzialmente legata al Nord Ovest (il 48% è riuscito a risparmiare) e ai giovani (il 50% ha risparmiato).

Gli anni di crisi hanno comunque ridotto le riserve di denaro di molte famiglie. Nonostante i miglioramenti in termini di risparmio,
ancora oggi quasi 1 famiglia su 4 (il 23%, in diminuzione 4 rispetto al 2014) dice che non riuscirebbe a far fronte a una spesa imprevista di 1.000 euro con risorse proprie.

Chi ha risorse disponibili mantiene una forte preferenza per la liquidità: riguarda quasi 2 italiani su 3; inoltre chi investe lo fa solo con una parte minoritaria dei propri risparmi.

Rispetto al 2014 la situazione delle scelte di investimento è sostanzialmente costante : si riduce di un punto la quota di italiani possessori di certificati di deposito e di obbligazioni (9%), di titoli di stato (7%) e di fondi comuni di investimento (13%); si riducono di 2 punti i possessori di azioni (6%), mentre cresce di 1 punto la quota di coloro che dichiarano di aver sottoscritto assicurazioni sulla vita/fondi pensione (dal 24% al 25%), salgono lievemente i possessori di libretti di risparmio (dal 22% al 23%).

Riguardo all’investimento ideale si registra una riscossa del mattone. Nel 2006 la percentuale di coloro che vedevano nel mattone l’investimento ideale era il 70%, scesa progressivamente fino al 24% del 2014; nel 2015 essa risale di ben 5 punti percentuali, raggiungendo il valore del 29%. L’immobiliare torna di nuovo a essere l’investimento ideale nel Centro e nel Sud.

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