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Il FOMC Day è arrivato. Rebus tassi risolto, o forse no

Economia
Il FOMC Day è arrivato. Rebus tassi risolto, o forse no
(Teleborsa) - L'attesa due giorni di meeting del FOMC sta per terminare. Stasera il braccio operativo della Federal Reserve scioglierà il rebus tassi. O forse no, come molti analisti pensano.

A settembre la Banca Centrale più potente del mondo aveva deciso di rimandare la tanto dibattuta exit strategy, ossia l'uscita dall'era dei tassi attorno allo zero per la prima volta dal 2008 (l'ultimo rialzo risale invece al 2006). Il motivo addotto era piuttosto vago, ossia i segnali di rallentamento dell'economia cinese.

Il Comitato di politica monetaria, ad ogni modo, aveva tenuto a precisare che la "grande maggioranza" dei membri del FOMC continua a prevedere che un aumento del costo del denaro "potrà essere appropriato" entro la fine dell'anno.

Durante la conferenza stampa post annunci, inoltre, la Chairwoman Janet Yellen aveva spiegato che la Fed ha deciso di prendere più tempo per valutare gli sviluppi internazionali, ma un aumento dei tassi nelle prossime riunioni, compresa quella del 27-28 ottobre, "resta una possibilità".

Ora che la riunione del 27-28 ottobre sta per concludersi, cosa attendersi? Se si dovesse prendere in considerazione solo la Cina, si potrebbe puntare qualcosa su un rialzo o su un imminente rialzo, visto che le ultime statistiche hanno dipinto un quadro meno tragico per la seconda economia al mondo. Il PIL del 2015 è stimato in crescita del 6,9%, poco meno del target di Pechino. E anche se qualcuno dubita della bontà di alcune rilevazioni cinesi, i numeri suggeriscono un Paese non poi così malato.

Se si dovesse prendere in considerazione (anche) la macroeconomia statunitense, invece, l'ago della bilancia si sposta verso il nulla di fatto per ancora alcuni mesi.

Senza andare troppo indietro nel tempo, le statistiche diffuse ieri hanno confermato un'economia stop and go. Gli ordini di beni durevoli sono scesi così come la fiducia dei consumatori, mentre i PMI hanno notevolmente rallentato il ritmo di espansione.

Anche il mercato del lavoro sta dando segni di peggioramento, pur sostando su ottimi livelli.

E poi c'è il PIL, che secondo gli analisti domani sarà rivisto al ribasso addirittura all'1,7% nella stima preliminare del terzo trimestre rispetto al 3,9% dei tre mesi precedenti.

Alla luce di queste considerazioni appare improbabile un rialzo del costo del denaro già da stasera, e probabilmente la Fed terrà le braccia incrociate anche nel meeting di dicembre, considerato clou perché in quell'occasione il FOMC svelerà anche le nuovo stime sull'economia e Janet Yellen risponderà alle domande dei giornalisti nella conferenza stampa che seguirà l'annuncio.

L'opinione comune è che stasera l'Istituto Centrale non alzerà i tassi, ma potrebbe dare qualche indicazione sulle tempistiche future.

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