Facebook Pixel
Milano 26-apr
34.249,77 +0,91%
Nasdaq 26-apr
17.718,3 +1,65%
Dow Jones 26-apr
38.239,66 +0,40%
Londra 26-apr
8.139,83 +0,75%
Francoforte 26-apr
18.161,01 +1,36%

Marte vittima di suo padre il Sole

Economia, Scienza e tecnologia
Marte vittima di suo padre il Sole
(Teleborsa) - Abbiamo appena finito di scrivere in "Allarme Terra!" della Super Tempesta solare attesa dagli scienziati per il 2022, che dalla NASA giunge una scoperta che conferma le potenzialità distruttive del nostro astro.

Marte, da molti considerato il gemello mancato della Terra, ha avuto "un’infanzia difficile" e quando era ancora "in fase" e la sua ionosfera non era del tutto formata, suo padre, il Sole, lo ha resto sterile per sempre. Secondo gli scienziati quando il pianeta era ancora in formazione la nostra stella ha emesso una grande quantità di particelle, una straordinaria "folata" di vento solare, che ha letteralmente strappato via la giovane atmosfera del Pianeta Rosso.

La scoperta è stata riportata dalla prestigiosa rivista Science ed è la sintesi di un lavoro fatto dagli astronomi americani grazie alla sonda Maven, lanciata nel novembre 2013 e messa in orbita intorno a Marte nel settembre 2014. In soli 10 mesi il veicolo spaziale ha permesso agli scienziati di confermare la teoria, già nota in ambito accademico, sulla scomparsa dell'atmosfera marziana.

Quale riflessione offre questa scoperta? L’attività degli scienziati conferma, come accennato in "Allarme Terra!" che l’universo non è un posto così tranquillo come lo scorrere della vita sulla Terra, al netto delle umane miserie, sembra far credere e il nostro Sole è un "tipetto" da considerare con attenzione senza alcuna ridicola presunzione.

Marte si trova a quasi 228 milioni di chilometri dal Sole ed è la sua 8,6 milionesima parte, un "sassetto" devastato da uno "starnuto" di colui che gli ha permesso di esistere e configurarsi come pianeta piuttosto che rimanere materia anonima sparsa nell'universo. Se l'evento catastrofico di cui Marte è stato vittima non fosse accaduto, forse avremmo avuto più di una "Terra" nel sistema solare e probabilmente un'altra "umanità", altri popoli con quali, vista la naturale propensione al conflitto dell’umana specie, accapigliarsi o, più ottimisticamente, condividere il creato.

Ma allora quanto siamo stati fortunati noi terrestri di "essere", di esistere, di avere un pianeta che non ha seguito le sorti di Marte? E quale casualità ci ha permesso di crescere, evolvere, costruire società, generare culture, in una sola parola vivere? Alcuni diranno che è stato il caso, altri troveranno in ciò la conferma dell’esistenza di Dio, sta di fatto che tutto quello che ci attornia, tutto quello in cui siamo immersi, continua a lasciarci smarriti per la sua immensità e attoniti per la stupidità umana, ma è bello sapere come diceva Oscar Wilde che "Giacciamo tutti nel fango, ma alcuni di noi guardano alle stelle".
Condividi
```