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Il PIL non soddisfa gli economisti. Renzi: "segnali positivi, ma non basta"

Economia
Il PIL non soddisfa gli economisti. Renzi: "segnali positivi, ma non basta"
(Teleborsa) - "Il nostro Paese sta finalmente uscendo da una delle più gravi crisi del secondo dopoguerra", ha detto oggi il Premier Matteo Renzi al PMI Day presso Confindustria, ricordando che "nel corso di questo anno si sono moltiplicati i segnali positivi". L'affermazione arriva dopo i dati sul PIL pubblicati dall'Istat, che evidenziano un rallentamento.

"Ovviamente non ci basta, dobbiamo andare avanti perché c’è ancora molto da fare", ha aggiunto Renzi, sottolineando "vogliamo restituire solidità al sistema, creare un clima di fiducia nuovamente stabile e robusto". "Le nostre piccole e medie imprese - ha riconosciuto - non vanno a rimorchio di questi primi segni di ripresa, ma ne sono alla testa".

La frenata registrata dal PIL nel terzo trimestre preoccupa però gli economisti, che parlano di un "rallentamento inatteso" e prevedono che difficilmente si riuscirà a raggiungere il target di crescita indicato dal governo.

Andrea Goldstein, Managing Director di Nomisma, commentando i dati dell'Istat, ha messo in luce molti aspetti positivi (miglioramento della fiducia, ripresa della domanda interna e degli investimenti) e quelli negativi (essenzialmente una domanda all'export che non tira più), sottolineando che per centrare la stima di crescita dello 0,9% del DEF occorrerà scommettere sul Natale e su una provvidenziale accelerazione della crescita nell'ultimo trimestre dell'anno.

E' d'accordo anche Paolo Mameli, senior economist di Intesa Sanpaolo, secondo il quale la crescita accumulata sino al terzo trimestre "è coerente con una previsione di crescita del PIL dello 0,8%" nel 2015 e quindi inferiore al target indicato dal governo.

"Anche per il 2016 manteniamo per il momento una stima relativamente cauta (1,2%)", ha aggiunto l'economista, ricordando che in tutta l'Eurozona il miglioramento di fiducia fatica a riflettersi sui dati "reali" (produzione e PIL) in quanto la crescita della domanda interna, sempre più in grado di auto-sostenere la crescita, viene controbilanciata da un contesto internazionale sempre più difficile, che ha impatti negativi sull'export.
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