(Teleborsa) - Il Giappone torna di nuovo a far rima con recessione. Per seconda volta da quando il
premier Shinzo Abe assunse il potere nel dicembre 2012,
l'economia nipponica torna in negativo, mettendo pressione
la banca centrale guidata dal governatore Kuroda a intervenire per stimolare la crescita. A nulla è servito, infatti, finora la politica di stimoli "
Abenomics" adottata dal primo ministro Abe.
L'attenzione del mercato resta ora concentrata sulla
riunione della Bank of Japan convocata per questa settimana da cui ci si attende un
rafforzamento del suo programma di acquisto titoli da 650 miliardi di dollari l'anno.
Secondo i dati diffusi dall'Istituto di ricerca economica e sociale del
Cabinet Office giapponese, il
Prodotto Interno Lordo nazionale ha mostrato nel trimestre luglio-settembre una
contrazione dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti, risultando peggiore delle attese degli analisti che erano per una discesa dello 0,1%.
Si tratta di recessione tecnica visto che già nel secondo trimestre il PIL aveva segnato una caduta dello 0,2% rivista rispetto al -0,3% della lettura preliminare.
Su base tendenziale l'economia si è contratta dello 0,8% rispetto al -0,2% del consensus.