(Teleborsa) - Nonostante il miglioramento dell'economia,
il commercio non dà segni di ripresa, continuando a stagnare anche dopo l'estate ed in vista della corsa allo shopping natalizio.
Lo hanno confermato oggi i dati Istat sulle vendite al dettaglio, che hanno registrato un aumento modesto rispetto al mese precedente, destando
molta preoccupazione nei commercianti, che commentano i dati con una certa apprensione.
Secondo la
Confcommercio, i dati di questa mattina confermano due cose: la
domanda delle famiglie resta debole e la
ripresa si conferma modesta. "Seppure migliore rispetto agli anni precedenti, l'odierno quadro congiunturale – sottolinea l'Ufficio Studi Confcommercio - non sembra ancora in grado di favorire in tempi rapidi il recupero di quanto perso nella lunga recessione, come testimoniato dai
dati non particolarmente favorevoli relativi al fatturato e agli ordinativi di settembre, che evidenziano un
preoccupante rallentamento della domanda estera. Meno dinamico rispetto alle attese è stato anche il fatturato nei servizi".
Anche
Confesercenti, che rappresenta i piccoli dettaglianti, parla di
"modesta ripresa della spesa delle famiglie", segnalando che
sono le piccole superfici a soffrire di più e non riescono ad agganciare una ripresa che si rivela ancora debole. Secondo l'associazione, il
gap con la grande distribuzione diventa sempre più evidente: lo scarto tra il fatturato delle due forme distributive è stato del 3,1%, più del doppio di quello registrato nel mese di agosto (1,5%).
Confesercenti lancia anche un allarme sulla
desertificazione commerciale, indicando che nei primi 8 mesi dell'anno si sono registrate oltre
11 mila cessazioni di piccole e medie imprese del commercio al dettaglio, e sugli
effetti degli attentati, soia sulla spesa interna che sui flussi turistici.